La Juventus esce indenne anche dal Camp Nou: 0-0 e qualificazione alle semifinali. Allegri sconfigge i propri fantasmi e schianta uno spaesato Luis Enrique
Barcellona
Ter Stegen 6: senza patemi la prestazione dell’estremo difensore tedesco. Bravo nelle uscite fuori area, ma sembra sempre poco sicuro sulle uscite basse. Sognando Neuer
Sergi Roberto 6.5: alla fine della fiera Sergi prova sempre a salvare la baracca. Sibila il palo sul suo destro, attacca sempre con convinzione la catena di sinistra bianconera. L’anima canterana lo spinge sempre oltre l’ostacolo, ma questa volta non basta. The man (Mascherano s.v.: il cambio della resa ha il volto del Jefecito)
Piqué 7: mette il gambone su una palla al bacio di Cuadrado per Dybala nel primo tempo. Sale sempre con i tempi giusti a contrasto, tenendo altissima la linea difensiva. Come di consueto, sale avanti negli ultimi 20 minuti di gara per aumentare il peso specifico dei suoi, ma non riesce ad incidere come sa. Hombre
Umtiti 6.5: prima vera prova convincente – ad alto livello – del ragazzo francese. Si francobolla ad Higuain non consentendogli mai la giocata semplice e si muove discretamente bene sulla profondità. Segugio
Jordi Alba 5: prestazione che evidenzia tutti i limiti dello spagnolo nell’uno contro uno in fase difensiva e patisce quando viene costretto a fare il terzo centrale nelle scalate. Cuadrado lo scherza a più riprese e lo infila senza pietà appena può. Guernica
Rakitic 4.5: come all’andata sembra nascondersi tra le ombre. Sbaglia anche le giocate più semplici, si muove male in ogni scalata sistemica. Avulso e compassato, si dimentica di esser stato decisivo due anni prima in quel di Berlino. Desaparecido (Paco Alcacer 5: qualcuno s’è accorto del suo ingresso? L’ex Valencia vaga per il campo alla ricerca di una posizione, ma nemmeno Luis Enrique sa dove l’abbia collocato sullo scacchiere. Despacito)
Sergi Busquets 5: è proprio il perno dei blaugrana a tradire nella serata decisiva. Filtra abbastanza bene il moto perpetuo di Dybala, ma non riesce per questo a far circolar palla con la consueta armonia. Sembra irrequieto: il leader vede le truppe cadere, l’esercito scompare e piange la Meseta. El general caìdo
Iniesta 6.5: che meraviglia. Il luminare del pallone si supera con una prestazione in cui alla sua innata qualità abbina la quantità di chi avverte la caducità del tempo. Bibbia e Vangelo del Calcio, i profeti non hanno tempo, solo spazio e religione. Eternità
Messi 5.5: prova a risolverla con le geometrie classiche, tanto che in quell’uno-due con Neymar, per un attimo, le maglie bianconere si sfumano tanto da sembrar rossonere. El Diez prova a portarsi sulle spalle la carovana, ma è costretto a cedere il passo a una Juventus granitica. Clasìco
Suarez 4: l’uruguayano viene anestetizzato da Bonucci e Chiellini. Ingabbiato e soffocato, all’ex Liverpool non riescono nemmeno le giocate più semplici. Di gran lunga il peggiore dei suoi, soprattutto a causa di ciò che avrebbe dovuto fare per tenere a galla le speranze dei suoi. Sergente Garcìa
Neymar 6: il carioca è l’unico del tridente a parlare alle vibrazioni del Camp Nou. Salta un paio di volte il raddoppio sistemico di Dani Alves e Cuadrado, converge e crea la superiorità numerica nel mezzo, ma s’intestardisce troppo. Prova a risolverla da solo, ma le stelle voltano il nord alla bussola blaugrana. Davy Jones
All. Luis Enrique 3: tra andata e ritorno ci mostra, con un saggio di rara bruttezza, tutto ciò che non bisogna fare per affrontare la Juventus e, più in generale, questa competizione. La squadra lo ha abbandonato, lui prova a scappare per primo da una nave che imbarca acqua da ogni dove: il Titanic ha il volto di Lucio. Scar
Juventus
Buffon 6: poco impegnato al Camp Nou e, fidatevi, questa è la più grande sorpresa. Non perfetto su un’uscita alta, ma Messi lo grazia. Dà sempre la sensazione di avere la situazione sottomano e il reparto ne giova eccome. Avrò cura di te
Dani Alves 6.5: mostruosa evoluzione di Dani negli ultimi mesi. Il brasiliano trae linfa vitale dalla sfida contro gli ex compagni e sfodera una doppia prestazione da Dani Alves. Prende le misure a Neymar e lo argina con l’aiuto dei compagni, pressa sempre altissimo caricando i suoi. In poche parole: The Wolf of Barcelona
Bonucci 9: monumentale prova di Leo, che mette più volte pezze decisive ai fini del risultato finale. Gioca con una sicurezza disarmante e si conferma il diamante della difesa più forte d’Europa. Può permettersi di giocare a testa alta anche contro i più forti giocatori del mondo, perché difensori così in Europa non ce ne sono. Fosforo
Chiellini 8.5: mezzo voto in meno del compagno per un’ammonizione sciocca su Suarez che poteva costar cara. Il centrale di Livorno ingaggia duelli fisici anche a metà campo con chiunque, sovrastando tutto e tutti. Fisicamente straripante, è il cuore pulsante della difesa, l’istinto puro al servizio del fosforo. El Es
Alex Sandro 5: il terzino brasiliano fatica – stranamente – nei disimpegni e ritarda troppo spesso la giocata. Ha dalla sua un Mandzukic meraviglioso, che lo assiste colmando con la consueta garra la spensieratezza del brasiliano. On demand
Pjanic 7: gestisce con calma olimpica il pallone e lo smista molto bene nella prima frazione. Nella ripresa capisce il momento e tira fuori il pugnale. Lotta e accarezza la palla con una qualità accecante: il principe di Bosnia è diventato grande. Exupery
Khedira 7: un gigante che lavora in sala macchine. Ingegnere del gioco bianconero, è sempre al momento giusto al posto giusto. Salterà l’andata delle semifinali per un giallo speso per abbattere Suarez su disattenzione di Alex Sandro vicino alla bandierina: la dimensione di un giocatore immenso, presente ovunque e comunque. Oceanico
Cuadrado 7.5: se l’avesse anche messa dentro sull’assist di Higuain, avrebbe avuto il diritto di disputare la 42 km di New York ad honorem. Corre ovunque e imbriglia Neymar, punge Alba e affetta la difesa: l’ala per antonomasia si chiama Juan. 130 (Lemina s.v.)
Dybala 6: lavora per disturbare i flussi di gioco attorno a Busquets. Non è al 100% e si vede, ma quando la palla passa dai piedi della Joya, il calcio muove i canti celestiali. Riprova il goal dell’anno nel secondo tempo, ma il mancino gira meno del solito. Schubert (Barzagli s.v.: entra perché la BBC è la storia di questa squadra e gli almanacchi mangiano la storia. Didascalico)
Mandzukic 6.5: impossibile dare meno a Mario Mandzukic. Il croato fa un lavoro impressionante sulla fascia e attacca chiunque si palesi nelle sue zone. Offende poco, ma Allegri non lo leverebbe mai, nemmeno in caso d’attacco alieno. Predator
Higuain 5.5: il Pipita non riesce a tenere alta la Signora, rimanendo soffocato dalla morsa Umtiti-Busquets. Si mette al servizio della squadra e svaria, ma il bilancio “palloni giocati alla Higuain/palle perse non da Higuain” propende a favore del secondo. Carneade (Asamoah s.v.)
Allegri 8: Nel doppio confronto annichilisce Luis Enrique. Il pragmatismo domina il miglior attacco della storia del calcio, concedendogli 0 goal in 180′. Lui si defila lasciando il palcoscenico “ai ragazzi”, ma qui siamo di fronte a un fenomeno della panchina. Entusiasmante
Stefano Uccheddu